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Quali sono i primi make-up della storia?

Spoiler: gli antichi egizi c’entrano con l’introduzione di molti cosmetici

Quali sono i primi make-up della storia? Spoiler: gli antichi egizi c’entrano con l’introduzione di molti cosmetici
Toilet Roman Lady by Simeon Solomon
Woman Putting on Face Powder by Keisai Eisen

Recentemente a Ezani, non lontano dall'attuale Çavdarhisar nell'ovest della Turchia sono stati scoperti degli antenati di blush e ombretti in dieci diverse sfumature tra il rosa e il rosso. Conservati in gusci di conchiglia, venivano adoperati già 2000 anni fa dalle donne romane per colorare guance e palpebre. Ma questa passione per il make-up è stata documentata nel corso degli anni da molte scoperte archeologiche.

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Il make-up esiste da quando esiste l’uomo. La loro storia scorre in modo parallelo, evolvendosi e cambiando continuamente a seconda delle mode e delle concezioni socio-culturali del periodo. Si dice che già i Neanderthal avessero l’abitudine di frantumare minerali e conchiglie ottenendo così dei brillantini da applicare sul corpo che li aiutavano a riconoscersi al chiaro di luna. È noto che nell’antico Egitto i cosmetici fossero molto popolari. Si usavano pomate e balsami per ammorbidire la pelle e paste a base di biacca; mani, unghie, piedi e capelli venivano tinti con una pasta colorata a base di henné; e il kohl nero o verde bistrava gli occhi, in onore del dio Horus dalla testa di falco. Anche antichi greci e romani amavano saponi da bagno, deodoranti, creme idratanti e condividevano molti degli stessi rituali di vanità. Ad esempio, le donne indossavano biacca e gesso sul viso e usavano il carboncino per scurire le sopracciglia e far risultare la pelle ancora più bianca. Ma quali sono i primi make-up della storia? È nato prima il khol o il rossetto? Il profumo o lo smalto per le unghie? Spoiler: gli antichi egizi c’entrano con l’introduzione di molti di questi prodotti.

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Crema antirughe e crema per il corpo - Egizi

Vivendo in un luogo così caldo e secco, gli antichi egizi si dedicavano alla cura della pelle prediligendo unguenti super protettivi che uomini e donne spalmavano per mantenere la pelle idratata, elastica e per evitare le rughe. Per realizzare questi prodotti mescolavano ogni tipo di sostanze: dalla cera d'api all'olio d'oliva all'acqua di rose. Avevano già scoperto le loro proprietà nutrizionali antietà, detergenti ed esfolianti di molte piante e sostanze tanto che l’origine di tonico viso all'acqua di rose, lozione al burro di karité e maschera viso all'argilla può essere fatta risalire all'antico Egitto. 

Profumo e deodorante - Egizi

L’attenzione per l’igiene quotidiana ed il rito dell’imbalsamazione, fecero sì che gli antichi egizi sviluppassero l’arte della profumeria fino a diventarne dei veri e propri maestri. Importavano grandi quantità di oli essenziali, poi conservati in grandi vasi di alabastro, per la creazione di unguenti e profumi. Tra gli odori preferiti c’erano mirra, timo, incenso, lavanda, ma anche olio di sesamo e d’oliva. Il primo profumo della storia, chiamato Kyphi, era una miscela ricavata dalla macerazione di 16 ingredienti in olio di pistacchio tra i quali menta, mirra, cannella e ginepro, un unguento sacro agli dei, dalle proprietà rilassanti e calmanti. I deodoranti, invece, venivano preparati con scorze di carruba o farina di avena mescolata a resine profumate. Il risultato era un composto colloso da spalmare sotto le ascelle e in tutte le altri parti del corpo soggette a sudare.

Khol - Egizi

Uno dei trucchi più antichi è senz’altro il khol. Già nel 3100 a.C. le antiche civiltà del Nord Africa, dell'India e del Medio Oriente mescolavano argilla, piombo, cenere e mandorle bruciate per crearlo. Sia gli uomini che le donne egizi dipingevano una sorta di antico smokey eye, applicando un impiastro verde scuro sulla palpebra inferiore era fatto di malachite galena (solfuro di piombo) e sulle ciglia e la palpebra superiore kohl, una pasta fatta di fuliggine, materia grassa e metallo come piombo, antimonio, manganese o rame. Bistrarsi gi occhi per gli egizi non era solo un fatto di pura vanità, ma si pensava proteggesse dal malocchio e da altri pericoli spirituali, oltre a fungere da occhiali da sole deviando il sole. Questo antenato del moderno eyeliner preveniva anche le infezioni perché il piombo contenuto nel kohl uccideva i batteri e preveniva le infezioni.

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Smalto per le unghie - Babilonesi

Si dice che i guerrieri di Babilonia nel 3200 a.C. passassero ore ad arricciarsi e laccarsi i capelli e a curare e colorare le unghie prima di andare in battaglia. Il presunto smalto? Sempre il kohl caro agli egizi. E parlando del popolo dell’Egitto pare che Cleopatra avesse l’abitudine di immergere le dita nell'henné, ricoprendo solo la parte dell'unghia del suo colore preferito, il rosso sangue. Quello di usare l'henné per tingersi le unghie, era un rituale beauty che le donne avevano già nel 5000 a.C.. È certo, invece, che intorno al 3000 a.C. i cinesi ricorressero a gomma arabica, gelatina, cera d'api e uova per colorare le unghie per identificare lo status sociale. I reali della dinastia Zhou preferivano oro e argento, mentre i reali successivi indossavano nero o rosso.

Rossetto - Sumeri

Il rossetto fa da tempo parte della vita delle donne da sempre tanto che i primi rossetti rossi conosciuti furono realizzati in Mesopotamia oltre 5.000 anni fa, combinando pietre preziose, sego e cera da indossare sulle labbra. Nel 3500 a.C., la regina sumera Shub-Ad dell'antica Ur utilizzava biacca e rocce per dare colore e lucentezza alle labbra. In Egitto, il rossetto, fatto di ocra rossa e resina o gomma, veniva indossato dai reali e dai nobili come simbolo di status sociale, mentre Cleopatra prendeva la sua tonalità dagli scarabei carminio macinati e le altre donne usavano l'argilla mescolata con acqua. Nell’Impero Romano, dove il rossetto veniva chiamato purpurissum, tingere le labbra era un gesto genderless, un classificatore di status che distingueva funzionari di alto rango e imperatori. La mistura usata era un mix di vari ingredienti tra i quali ocra, minerali di ferro, fucus e residui di vino. Le donne delle classi più elevate della Grecia mescolavano, invece, alghe rosse, scaglie di pesce, vermiglio, gelsi e una pianta chiamata polderos. Il primo rossetto solido, più simile a quello contemporaneo, è stato inventato dal medico Al-Qasim Al-Zahrawi durante l'età dell'oro islamica (8-13 d.C.) usando i gambi di fiori compressi in stampi.

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Woman Putting on Face Powder by Keisai Eisen

Cipria - Antichi Greci e Romani

Fino all’ottocento si pensava che l’abbronzatura fosse segno di povertà, poiché era ai contadini e alle altre classi meno abbienti che stavano sotto il sole per lavorare. Così, già tra gli antichi greci e romani c’era l’abitudine di rendere la pelle il più pallida possibile, usando creme per il viso a base di gesso e aceto o la radice di iris finemente macinata per creare le prime ciprie in assoluto. La prima scatola di cipria in Cina apparve nel periodo degli Stati Combattenti (453-221 a.C.). A quel tempo le donne avevano cominciato truccarsi il viso con polvere di piombo e polvere di riso.

Blush - Egizi

Ai tempi delle piramidi, il blush era usato sia da uomini che da donne per aggiungere un tocco di rosso alle guance ed era per lo più grasso mescolato con pigmento di ocra rossa. I greci usavano gelsi tritati, mentre i Romani prediligevano il vermiglio rosso, una polvere derivata dal cinabro. In Cina, il blush era comune già durante la dinastia Shang (1675 a.C. - ca. 1046 a.C.), ma toccò i vertici della popolarità durante la dinastia Tang (618-907 d.C.), quando la concubina imperiale Yang Guifei indossava regolarmente a corte un pesante blush preparato con cartamo essiccato.